L’inizio del Novecento vede avviare l’elettrificazione delle linee ferroviarie e il conseguente impiego di locomotori a trazione elettrica. Quest’ultima sul finire dell’Ottocento è utilizzata soprattutto per le tranvie in ambito urbano negli Stati Uniti, per renderla utilizzabile e sicura per il trasporto ferroviario si rende perciò necessario creare apposite macchine motrici e adeguate infrastrutture. La scelta viene perseguita per i vantaggi in termini ambientali e di consumi che la trazione elettrica comporta, ma non senza problemi di interconnessione, visto l’uso di diversi standard di corrente nei diversi Paesi.
In questo campo, dopo la nascita delle Ferrovie federali svizzere nel 1902, la Confederazione elvetica è sempre stata all’avanguardia. Nel 1939 il 77% delle linee ferroviarie svizzere è elettrificato contro una media europea del 5%. A spingere per l’elettrificazione sono anche i due periodi bellici della Prima e Seconda Guerra Mondiale, con la conseguente difficoltà di approvvigionamento di carbone.
Thomas Alva Edison
In certi casi sono le stesse FFS a farsi carico anche della produzione elettrica necessaria per muovere i propri convogli. Risalgono infatti al 1917 i lavori per la realizzazione della centrale idroelettrica del Ritom, in valle Leventina, che sfrutta l’energia creata utilizzando l’acqua dell’omonimo lago soprastante.
L’opera viene completata nel 1920 e per realizzarla si costruisce anche una funicolare ripidissima ancora oggi in funzione. L’impianto produce l’energia elettrica utilizzata dai treni in transito lungo la linea del Gottardo. Nel 2023 è prevista l’entrata in esercizio di una nuova centrale.