Seppure i primi prototipi di mezzi a due ruote, dal celerifero alla draisina, abbiano visto la luce tra fine Settecento e inizio Ottocento, è solo con la fine del XIX secolo che la bicicletta prende la forma attuale e cioè con due ruote di pari grandezza dotate di pneumatici e un movimento a pedali trasmesso alla ruota posteriore da una catena. Il veicolo, grazie alle evoluzioni tecniche, diventa di uso comune e segna, dal punto di vista popolare, la prima metà del Novecento, con le prime gare ciclistiche (nel 1903 nasce il Tour de France, nel 1909 il Giro d’Italia), e una diffusione anche nelle classi meno agiate.
Risalgono a fine Ottocento invece i primi prototipi di motocicletta. Il primo con motore a combustione interna è brevettato nel 1885 e si deve a due inventori tedeschi Gottlieb Daimler e Wilhelm Maybach. All’inizio si tratta di biciclette con applicato un motore, poi complice anche l’avvio di competizioni sportive tra motociclette, si assiste a un particolare sviluppo della tecnologia applicata alle due ruote a motore, una ricerca che proseguirà per tutto il Novecento.
Herbert George Wells
Anche in Svizzera la bicicletta ha avuto da subito un grande successo e un’ampia diffusione. Già nel 1892 si corsero i primi campionati svizzeri di ciclismo su strada e dal 1933 si disputa il Tour de Suisse. Al di là dell’aspetto sportivo, l’uso della bicicletta quale mezzo di trasporto è stato valorizzato
in terra elvetica sino ai giorni nostri. Sul territorio nazionale vi sono infatti circa 8’500 chilometri di piste ciclabili.
Nel XXI secolo si è sempre più diffusa la pratica della mountain bike (anche nella versione e-bike, con l’aiuto alla pedalata di un motore elettrico). In questo modo è possibile attraversare in sella alla propria due ruote gli stupendi ambienti naturali delle Alpi svizzere.